CRONACA

Sharbat Gula, la «ragazza afghana» di Steve McCurry arrivata a Roma: ora è al sicuro

«È giunta a Roma la cittadina afghana Sharbat Gula», la bambina ritratta da Steve McCurry e apparsa sulla copertina del National Geographic Magazine nel 1985. Una figura che «acquisì notorietà planetaria, sino a simboleggiare le vicissitudini e i conflitti della fase storica che l’Afghanistan e il suo popolo stavano attraversando». A dare la notizia Palazzo Chigi, sottolineando come la Presidenza del Consiglio abbia «propiziato e organizzato il trasferimento in Italia, nel più ampio contesto del programma di evacuazione dei cittadini afghani e del piano del Governo per la loro accoglienza e integrazione». Era stata lei stessa ( qui la sua storia) a chiedere di «essere aiutata a lasciare il proprio Paese», ricorda ancora la nota. L’immagine diventata celebre in tutto il mondo è quella di una ragazza adolescente — che all’epoca aveva 12 anni —, che guarda con i suoi intensi occhi verdi la macchina fotografica. Quello scatto — ripreso nel 1984 all’interno di un campo profughi di Peshawar — divenne la copertina di giugno 1985 del mensile. I suoi occhi verde ghiaccio, disarmanti e pieni di umanità, e la sua espressione mista di paura, rabbia e voglia di riscatto, sono diventati un simbolo del conflitto e allo stesso tempo di tutte le guerre del Medio Oriente. La sua storia è la storia di un popolo che lotta per la sopravvivenza, di quegli afghani arrivati in Pakistan dal 1979, dopo l’invasione sovietica del Paese. Inizialmente della ragazza non si conoscevano che pochi dettagli: l’etnia pashtun; la storia dei genitori, morti durante la guerra russo-afghana quando la piccola aveva solo 6 anni; l’arrivo — attraverso le montagne — con la nonna, il fratello e le tre sorelle al campo profughi in cui venne trovata da McCurry. Nel 2002, diciassette anni dopo lo scatto, il fotografo, sempre supportato dai mezzi di National Geographic, decise di tornare in Pakistan sulle sue tracce. Interrogando i pochi rimasti, tra cui il fratello della giovane, McCurry riuscì a risalire alla sua identità e al suo villaggio natale. Dopo un lungo viaggio, ritrovò la sua musa, in una regione remota dell’Afghanistan, ormai trentenne, sposata e madre di tre figlie. «Non c’erano dubbi nella mia mente che quella fosse la ragazza che avevo ripreso anni prima. Gli occhi erano gli stessi, aveva la stessa cicatrice distintiva sul naso. Tutte le caratteristiche del viso corrispondevano. Ho capito subito che era lei», La donna venne arrestata nel 2016 per aver chiesto una carta d’identità falsa nell’aprile 2014 a Peshawar, dichiarando di essere nata in Pakistan, e di chiamarsi Sharbat Bibi.