MEDICINA

D’Amato spinge per la terza dose, italiani scettici

“Oggi si registra tra i decessi quello avvenuto presso il Policlinico di Tor Vergata di un uomo di 48 anni nato in Romania che non aveva ricevuto nessuna vaccinazione Covid. Nonostante gli interventi in terapia intensiva il paziente purtroppo è deceduto. Non bisogna abbassare la guardia, il Covid uccide e colpisce anche tra i più giovani. Bisogna vaccinarsi!”, dice l’Assessore alla Sanità della Regione Lazio, Alessio D’Amato.

Si raffredda però l’apertura degli italiani ai vaccini anti-Covid: dubbioso un italiano su tre, il 33%, mentre uno su dieci si dichiara apertamente contrario e addirittura il 30% dichiara apertamente che la terza dose di siero anti-Covid-19 non sia necessaria. È quanto emerge dall’indagine realizzata dall’EngageMinds Hub, il centro di ricerca dell’Università Cattolica di Cremona insieme a Serena BarelloLorenzo PalamenghiMariarosaria Savarese e Greta Castellini.

La ricerca è parte di un Monitor continuativo sui consumi alimentari e sull’engagement nella salute che rientra nelle attività del progetto Craft (CRemona Agri-Food Technologies) e di Ircaf (Centro di riferimento Agro-Alimentare Romeo ed Enrica Invernizzi).

È stata condotta su un campione di oltre 6 mila italiani, rappresentativo della popolazione per sesso, età, appartenenza geografica e occupazione. La rilevazione di EngageMinds HUB è parte di un monitor continuativo lanciato a fine febbraio 2020 (inizio pandemia) per osservare e comprendere i comportamenti della popolazione italiana su molti aspetti di questa lunga crisi pandemica.

“Questo 33% di italiani che hanno poca o nessuna intenzione di sottoporsi alla terza dose – commenta Guendalina Graffigna, direttrice dell’EngageMinds Hub – deve far riflettere, perché non si tratta di no-vax, visto che sono già regolarmente vaccinati. Inoltre, dai dati emerge che questa espressione di forte scetticismo rispetto all’ulteriore immunizzazione è un’inclinazione omogenea nella popolazione, non si riscontrano infatti differenze tra sesso, fasce di età, provenienza geografica e titolo di studio; un fatto non frequente in questo tipo di rilevazioni. Ciò che impatta, e questo non sorprende – sottolinea Graffigna – è che chi risulta avere poca fiducia verso la scienza e il sistema sanitario è ancora meno propenso a vaccinarsi per la terza volta”.